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La cappella

La cappella


La cappella è formata da un'unica aula, orientata sull'asse est-ovest; fu costruita parzialmente sui resti della torre già citata. Recenti scavi hanno messo in luce due muri paralleli all'asse principale i quali testimoniano che l'attuale cappella è stata costruita su un fabbricato preesistente.
La cappella è coperta da un tetto a capanna con capriate e tavolato, che era nascosto da un soffitto piano realizzato con tavole di legno. Un arco trionfale a tutto sesto, ornato co motivi floreali, separa la navata dal presbiterio, il quale è coperto con una volta a botte unghiata, anch'essa con decorazioni in stucco.
Secondo le tendenza dominanti nell'architettura religiosa settecentesca della Puglia e della sua area d'influenza, l'interno della cappella ripropone l'immagine di uno spazio urbano, alternando gli altari ai muri lisci.
Ogni parete longitudinale della navata ha due altari diversi, che si ripetono in forma speculare, sulla parete di fronte. Quelli vicino all'ingresso, più semplici, sono seguiti da quelli più elaborati in un ritmo che si sviluppa fino a concludersi nell'esuberanza decorativa dell'altare maggiore. L'architettura di tutti gli altari segue, le regole dell'ordine corinzio: le mense sorrette da volute, le nicchie, le console sulle quali poggiano le colonne, le cornici laterali, decorate con ghirlande e la trabeazione spezzata sono simili. L'altare maggiore riveste tutta la parete di fondo.
Oggi si conservano nella cappella due Madonne con il Bambino (una delle quali mutilata), e le statue dell'Assunta, di Sant'Agostino, S. Monica, e S. Leonardo. La stupenda scultura raffigurante l'Ecce Homo, attualmente si trova nella Chiesa di San Nicola di Bari.
La Madonna col Bambino, alloggiata al centro dell'altare maggiore è denominata Madonna degli Antropici ed è la più venerata dai fedeli. La vergine tiene in mano un pomo, indossa una veste bianca stellata ed un corpetto rosso, coperti da un mantello azzurro. Il Bambino, che tiene in mano un libro, è vestito di verde.
La testa della Madonna è cinta da una corona cesellata su una lamina di rame argentato, con frammenti vitrei incastonati. Lo stile della corona, attribuibile ad argentieri partenopei della prima metà del XIX secolo, ci fa intendere che si tratta di un pezzo aggiunto.
La statua è la più piccola della cappella e la tradizione locale vuole che la scultura sia stata trovata in una grotta ubicata nel bosco che sovrasta il convento.
Nelle nicchie a sinistra e destra dell'altare maggiore dell'altare maggiore, si trovano rispettivamente le statue di Sant'Agostino e Santa Monica. Ambedue le sculture sono di legno ricoperto di tela stuccata e dipinta, hanno un'altezza di 1,40 m., e sono collocate su scannelli dipinti e dorati.
Si riconosce l'immagine di Sant'Agostino dalla tonaca nera, come quella dei monaci agostiniani, coperta da un mantello ocra allacciato con una fibbia dorata e dagli attributi vescovili: la mitra e il bacolo.
Santa Monica viene raffigurata come una vedova che porta un crocefisso, vestita con un abito nero ornato con fiorellini dorati, con il capo coperto da un velo ocra.
Nel primo altare della parete destra è collocata la scultura lignea di San Leonardo da riferire al tardo Cinquecento. La statua è molto rovinata ma si riconosce l'ottima fattura: le manca una mano e qualcos'altro che teneva sul braccio destro. San Leonardo è venerato come protettore dei prigionieri, dei fabbri, degli agricoltori e del bestiame. La comunità nocarese era molto devota al Santo, adorato tanto nel convento quanto nella cappella dell'Annunziata. San Leonardo è rappresentato come vuole la tradizione: nelle vesti si un monaco; gli mancano gli attributi caratteristici: le catene o la gogna, che data la loro natura potevano essere pezzi aggiunti. Un'altra statua raffigurante la Madonna, che indossa una veste gialla fiorata e un mantello azzurro, è alloggiata nel secondo altare della parete sinistra ed è scolpita in legno dipinto.
La statua dell'Assunta opera ottocentesca di medie dimensioni (1,20 metri di altezza), si presenta come vuole la tradizione: sollevata da cherubini sommersi tra le nuvole. La veste rosa e il manto azzurro hanno i panneggi molto movimentati, accentuando l'idea dell'ascensione al cielo. Ad essa è dedicata la festa annuale del 15 agosto.